Chlorophyllum brunneum
(Farl. & Burt) Vellinga(= Macrolepiota rachodes var. bohemica)
Foto di Livio Agostinelli
Cappello: fino a 200 mm. di diametro (e oltre) emisferico, poi appianato, umbone centrale presente, cuticola inizialmente liscia per poi dissociarsi in squame bruno-rossastre, disposte a cerchi concentrici su sfondo bianco, bianco-crema, mentre la calottina centrale rimane liscia e di colore marrone scuro.
Lamelle: fitte, larghe, inizialmente bianche poi arrossanti-imbrunenti per l’invecchiamento e la manipolazione. Filo intero e concolore.
Carne: bianca ma virante, prima all’arancione e solo più tardi al rosso scuro, rosso vinoso. Odore fungino sapore gradevole.
Gambo: con 80-160 x 20-40 mm. tozzo cilindrico, attenuato all’apice e con un grosso bulbo marginato alla base, farcito da giovane poi cavo, anello relativamente semplice, ampio, fioccoso e facilmente lacerabile.
Microscopia: spore 8,5 – 11,8 x 5,5 – 8,0 micron, ellissoidali, ovoidali, cheilocistidi clavato-piriformi. Sporata biancastra.
Habitat: su terreno riportato e smosso a base sabbiosa con parecchi residui legnosi in zona ruderale, davanti a cascinali abbandonati, in parchi cittadini, orti e prati nel periodo fine estate, autunno.
Note: trattasi di un fungo facilmente confondibile con C. rachodes dal quale si distingue per un portamento più robusto e tozzo, per una diversa disposizione e colore delle scaglie sul cappello nonché per una crescita spesso fascicolata e soprattutto sezionando il bulbo basale che rivela nettamente la sua marginatura (carattere costante e differenziale stando a Vellinga). Il fungo da alcuni Autori viene considerato commestibile con precauzione, ma vista la somiglianza con la velenosa Macrolepiota venenata ne sconsigliamo l’uso alimentare.
Materiale raccolto e studiato:
Località Chiaravalle (AN) Parco del 1 Maggio in data 17 novembre 2010 diversi esemplari fascicolati nella oscurità di una fitta lecceta.
Legit. & Det. Livio Agostinelli