Rubroboletus satanas (Kuan Zhao & Zhu L. Yang
(=Boletus satanas Lenz)
Poggio S.Romualdo 15.9.1996 Foto M. Gottardi
Cappello: 10-30 cm, inizialmente subgloboso, poi convesso, infine guancialiforme; cuticola finemente vellutata all’inizio, poi glabra, asciutta, biancastra o grigio-crema, talvolta con sfumature olivacee, brunastra negli esemplari maturi.
Imenoforo: tubuli lunghi, arrotondati al gambo, da giallo chiari a verdastri, leggermente bluastri alla manipolazione, facilmente staccabili dal cappello; pori piccoli, minuti, rotondi, inizialmente gialli, poi da giallo-aranciati ad arancio-rossicci, o color laterizio, bluescenti al tocco; sporata bruno-olivacea.
Gambo: 6-15 x 5-10 cm, più corto del diametro del cappello, pieno, tozzo, obeso, clavato, più raramente cilindraceo; superficie solitamente gialla in alto ed alla base, da rosata a rosso-porpora o color ciclamino al centro, con reticolo limitato alla metà superiore, a maglie fini, concolore alla superficie.
Carne: dapprima soda e compatta, poi molle, da biancastra-livida a paglierina, leggermente bluastra al taglio; odore sgradevole, cadaverico negli esemplari maturi, sapore dolce.
Habitat: è una specie relativamente termofila, che predilige i boschi caldi di latifoglie, quali querce e castagni, più raramente faggi, su substrato calcareo, a quote non elevate, in estate-autunno; abbastanza comune.
Microscopia: spore 11-14x5-6 µm,fusoidi, lisce, gialle, cistidi 30-50x5-10 µm, fusoidi o lageniformi.
Note: E’ uno dei boleti a pori rossi di maggiori dimensioni, che si caratterizza per le colorazioni solitamente biancastre della superficie del cappello, i pori rossi, il gambo molto panciuto, nonché per la presenza di un reticolo e per il viraggio della carne al taglio. E’ da considerare tossico anche da cotto.
Materiale studiato:
loc. Passo Di Viamaggio-Badia Tedalda, in bosco misto di Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia, Quercus pubescens, 3.9.1994, leg. et det. M. Gottardi.
Poggio S. Romualdo (MC), in orno-ostryeto, con presenza di Quercus cerris, 15.9.1996, leg. et det. M. Gottardi.