Spartium junceum L.

 

Spartium junceum L.

Fam. Fabaceae

Ginestra comune

Spartium junceum

Spartium junceum ingrandimento

Spartium junceum Fiori

Spartium junceum Frutti

Foto Mario Gottardi 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Arbusto deciduo, alto fino a 2.5-3 m, con andamento disordinato, rami radi, lisci, eretti, giunchiformi, verdi, corteccia prima verde e liscia, poi grigia e fessurata in piccole placche sui fusti più vecchi.

Le foglie sono rade e sparse, opposte, subsessili, lineari-lanceolate, sericee nella pagina inferiore, lunghe 2-2.5 cm, presto caduche.

I fiori sono grandi, papilionacei, raggruppati in racemi terminali, di color giallo oro e con profumo dolce ed intenso, con vessillo ripiegato all’indietro, carena acuminata, calice peloso; fioriscono in maggio-giugno.

I frutti sono legumi piatti e falciformi, eretti, prima verdi, poi bruno-scuri, lunghi 5-8 cm, pubescenti, poi glabri; al loro interno contengono 10-18 semi giallo-rossicci e lucidi.

E’ una specie mediterranea, eliofila e xerofila, decisamentre frugale e pioniera, che vegeta negli incolti, sui versanti costieri e collinari molto soleggiati, su rupi e calanchi, su terreni poveri, sia acidi che basici, anche argillosi, formando a volte ampi e densi cespuglieti, dalla pianura fino a 500 m di quota ca..

Superata la fase colonizzatrice e pioniera, lascia spazio a specie arboree stabili, fra cui in particolare la Roverella.

Il suo areale di crescita riguarda la Regione mediterranea, ed in Italia è comune in tutto il territorio.

Le fibre della Ginestra erano un tempo impiegate per fare cordami, tessuti, pasta da carta, per intrecciare canestri per formaggi, per fare legacci ecc. Il nome del Genere deriva infatti dal greco e significa “corda”, mentre il termine specifico junceum significa “a forma di giunco”.

Un tempo la Ginestra era impiegata per fini curativi, in quanto possiede proprietà cardiotoniche, depurative ed ipertensive, ma il suo uso è sconsigliato, in quanto contiene alcaloidi tossici, fra cui in particolare la citisina, contenuta anche nel Maggiociondolo.

E’ un’ottima mellifera, ed anche una specie decorativa, adatta come pianta ornamentale, ed infine utile per consolidare terreni franosi, sassosi e argillosi. Talvolta tuttavia può procurare problemi, per la facilità con cui, in caso di incendio, propaga le fiamme.

Secondo Plinio le ceneri della Ginestra contenevano oro, credenza forse derivata dal colore giallo splendente dei fiori, simbolo del Sole. Come la Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) ed il Ginestrone (Ulex europaeus), è una pianta solare, la cui vistosa fioritura, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, festeggia la buona stagione.

Il re Enrico II d’Inghilterra, discendente della casata francese d’Angiò, prese il nome di Plantageneto dal nome latino della Ginestra: Planta geneta; infatti, nello stemma famigliare ne era raffigurato un ramo.

La Ginestra più famosa nella storia della letteratura è, però, quella dell’omonima poesia di Giacomo Leopardi, in cui il Poeta la decanta in tutta la sua bellezza.

Nel Medioevo divenne il simbolo della Modestia e dell’Umiltà, forse per la capacità di adattarsi a crescere nelle condizioni più difficili.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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