Sorbus domestica L.

Sorbus domestica L.

Fam. Rosaceae

Sorbo comune

Sorbus domestica

Sorbus domestica Frutti

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Albero caducifoglio monoico, alto fino a 15 m ca., con chioma ampia ed irregolare, rami grigi, tronco diritto, corteccia di color bruno-arancio, che si sfalda in età.

Le foglie sono alterne, imparipennate, composte da 13-19 foglioline, dentate lungo tutto il argine (particolare che permette di distinguere questa pianta dal Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) quando non vi sono i frutti.

I fiori, riuniti in infiorescenze cupuliformi, sono ermafroditi ed attinomorfi, hanno 5 petali bianchi, 20 stami e 5 stili riuniti alla base. La fioritura avviene a maggio

I frutti sono pomi, commestibili e dal sapore prima astringente e tannico, poi dolce a maturazione; sono subglobosi o piriformi, grandi 2-4 cm, inizialmente giallo-rossicci, poi bruni alla maturazione, che avviene a settembre-ottobre.

Si tratta di una pianta a lenta crescita, eliofila e termofila, che cresce nei boschi supramediterranei, specialmente nei querceti, fino a 800 m di quota ca. su suoli calcarei ed asciutti.

Il suo areale di crescita riguarda l’Europa meridionale ed il bacino del Mediterraneo; in Italia è presente ovunque, seppur più raramente al Nord.

Il nome della pianta sembra derivare dal celtico “Sor” = “Aspro”, per il sapore aspro dei frutti.

Il Sorbo era un tempo coltivato per i frutti, le sorbe, che venivano raccolte ancora acerbe e poi fatte maturare fra la paglia.

Le sorbe sono ricche di tannini, e quindi con proprietà astringenti. Contengono inoltre vitamina C e sorbitolo, uno zucchero composto, tollerato dai diabetici.

Un tempo dalle sorbe, fatte fermentare con il grano, veniva ottenuta una bevanda alcolica simile al sidro.

Galeno raccomandava di mangiare le sorbe, soprattutto a scopo medicinale.

I Romani ne erano ghiottissimi e le gustavano sotto aceto, oppure le cuocevano nel vino.

In Irlanda ancora oggi si fanno fermentare le sorbe spezzate in acqua per ottenere una bevanda alcolica, il “cuirm”, la cui ricetta risale addirittura al V secolo d.C.

Il legno, differenziato in alburno rossiccio e durame bruno-rossastro, è pesante e compatto, a grana fine e viene talvolta usato per decorazioni, intarsi e calci di fucili.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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