Silene vulgaris (Moench) Garcke s.l.
Fam. Caryophyllaceae
Strigoli, Schioppetti
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Pianta erbacea perenne, alta fino a 70 cm, con robusta radice rizomatosa e con fusti glabri, eretti, ramificati, lignificati in basso.
Le foglie sono opposte, lanceolate, piuttosto succulente, di colore verde glauco, picciolate quelle inferiori, sessili le altre.
I fiori sono riuniti in infiorescenze peduncolate e pendule; sono ermafroditi, con inframmezzati alcuni rari fiori maschili, hanno il calice rigonfio come un otricello, con 5 denti al bordo, e petali bianchi, profondamente divisi in 2 lacinie spatolate. La fioritura si prolunga da marzo ad agosto.
Il frutto è una capsula globosa, che a maturità si apre, liberando numerosi e piccoli semi neri.
Si tratta di una pianta comunissima, che cresce un po’ dovunque, nei campi, negli incolti, nei prati, sui greti dei fiumi, ai margini delle strade, anche negli ambienti antropizzati, su terreni ricchi di sostanze azotate, dalla costa fino a 1800 m di quota ca.. In Italia è presente in tutte le Regioni.
Il nome del Genere potrebbe derivare da Sileno, accompagnatore ebbro di Bacco, dal ventre rigonfio, come il calice dei fiori di queste piante. Secondo altre interpretazioni deriverebbe invece dal greco Selas = “Corona”, per la forma del fiore, oppure da Selene = “Luna”, per l’abitudine di alcune specie di aprirsi di notte. Il nome specifico vulgaris indica invece che si tratta di pianta molto comune.
Il Genere Silene è molto ampio e nella sola flora italica si contano oltre 100 entità diverse, spesso difficili da identificare; diverse di esse sono utilizzate a scopo commestibile.
Il fiore della Silene è molto profondo, con calice a tubo e con sacche nettarifere poste in basso, alla base dei petali; esso rimane sempre aperto, ma solo di notte emana un gradevole aroma, simile a quello dei chiodi di garofano, che attrae insetti e moscerini. Solo alcuni di essi però riescono a raggiungere il nettare, come ad esempio le farfalle, dotate della spiritromba. I calabroni, però, hanno escogitato uno stratagemma per bottinare il nettare: invece di posarsi sui petali, essi forano il calice in basso, ed estraggono il nettare dall’apertura così praticata.
Le tenere foglie ed i giovani germogli primaverili, dallo spiccato sapore di Piselli freschi, sono molto apprezzati come verdura; con essi si possono preparare ottime zuppe, oppure si possono consumare bolliti e saltati in padella.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.