Satureja montana L.
Fam. Lamiaceae
Santoreggia
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Pianta erbacea perenne, con fusti pubescenti, lignificati alla base, alta pochi dm, con apparato radicale a fittone, ben sviluppato.
Le foglie sono sessili, opposte, lineari, lanceolate, acuminate, coriacee, che sviluppano un aroma intenso se stropicciate.
I fiori sono bisessuali, bilabiati, morfologicamente simili a quelli della Salvia e del Rosmarino, bianchi o porpora rosati, raccolti in spighe.
La Santoreggia è una pianta rustica, amante dei suoli aridi e rocciosi, dei prati steppici e dei terreni calcarei; vegeta fino a 1300 m di quota ca..
E’ diffusa in Europa meridionale ed in Italia
è presente in tutte le Regioni, ad esclusione di quelle alpine e delle Isole.
Le foglie della Santoreggia sono molto usate per aromatizzare carni e legumi, mentre l’infuso veniva tradizionalmente usato come digestivo. La Santoreggia possiede anche proprietà stimolanti della sfera intellettuale e sessuale.
Il nome “Santoreggia”, “Satureja” per i Romani, veniva associato ai satiri, pelosi demoni della montagna, per la pelosità di cui la pianta stessa è ricoperta e per i luoghi in cui essa vegeta.
Era ritenuta dalla tradizione un’erba di Giove per le sue proprietà stimolanti dell’ipotalamo, regolatore di tutte le nostre funzioni; la si riteneva anche una pianta afrodisiaca, tanto che alcuni antichi autori consigliavano di usarne con parsimonia per non svegliare una sessualità incontrollata.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.