Robinia pseudoacacia

Robinia pseudoacacia L.

Fam. Fabaceae

Robinia, Gaggia, Acacia

Robinia pseudocacia1

Robinia pseudocaciafioriRobinia pseudocaciafrutti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Foto Mario Gottardi

  

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Albero o arbusto caducifoglio, alto fino a 20-25 m, con chioma espansa, rami fragili, spinescenti, corteccia brunastra, ruvida, profondamente solcata longitudinalmente.

Le foglie sono glabre, imparipennate, lunghe 20-30 cm, formate da 9-21 foglioline ellittiche, mucronate all’apice, a margine intero, di colore verde pallido, lunghe 3-5 cm.

I fiori sono bianchi, profumati, papilionacei, con vessillo giallo alla base, riuniti in racemi penduli lunghi 10-20 cm. La fioritura avviene in aprile-maggio.

Il frutto è un legume piatto e glabro, lungo 5-10 cm, di colore rosso-bruno a maturazione, persistente sui rami in inverno, contenente 4-7 semi reniformi, duri e neri.

E’ una specie molto invadente, che colonizza suoli poveri, sabbiosi, incolti, scarpate, rive di fiumi, formando a volte boscaglie estese e dense, floristicamente molto povere. Vegeta dalla costa fino a 1000 m di quota ca., ed in Italia è presente in tutte le Regioni.

Si tratta di una pianta originaria dell’America orientale; introdotta nel ‘600 come pianta ornamentale, è stata successivamente impiegata in modo massiccio da agricoltori e forestali per consolidare scarpate franose e per formare siepi, e si è quindi diffusa e spontaneizzata rapidamente in tutta l’area submediterranea, grazie anche alla veloce riproduzione per polloni.

Il nome del Genere deriva da Jean Robin, giardiniere, nonché botanico, erborista e farmacista del re di Francia, che la importò per adornare i giardini di Parigi; successivamente il suo impiego si è esteso anche altrove ed all’Orto Botanico di Padova risulta coltivata a partire dal 1662.

Come sopra detto, la Robinia è una pianta molto invadente, che soppianta con facilità la vegetazione locale, colonizzando rapidamente il territorio; va però ricordato anche che si è rivelata molto utile per il consolidamento dei terreni franosi e per il miglioramento del suolo, in quanto ha la capacità di fissare l’azoto atmosferico, grazie alla simbiosi radicale con un batterio del genere Rhizobium.  

La Robinia contiene sostanze tossiche, ed un tempo la corteccia e le radici venivano utilizzate per la loro azione purgativa. I fiori però sono commestibili e nella cucina di campagna sono utilizzati per farne frittate, frittelle e marmellate; essi vanno raccolti quando non sono ancora completamente sbocciati (meglio se privati del calice) ed aggiunti alle insalate vi conferiscono un piacevole gusto.

Il nettare è molto appetito dalle api, che ne producono un ottimo miele, chiaro e fluido, contenente un’elevata quantità di fruttosio; è molto apprezzato per il suo gusto vanigliato, per l’odore fruttato e per la scarsa tendenza a cristallizzare.

Infine, sempre dai fiori, si ottiene per distillazione una essenza molto fragrante, usata in profumeria.

Il legno della Robinia è ricco di tannini, molto duro, resistente all’acqua, particolarmente adatto per usi agricoli, per palerie e come combustibile.

Dalla specie tipo sono state derivate numerose cultivar, come la Frisia, la Bessoniana e la Monofilla, ottime essenze per alberature stradali.  

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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