Quercus suber L.
Fam. Fagaceae
Quercia da sughero, Sughera
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Albero sempreverde, alto sino a 20 m, con chioma ampia e un po’ irregolare, rami profondamente nodosi, tronco contorto, grande fino a 1.5 m di diametro, corteccia bianco-grigiastra, molto spessa, spugnosa, rugosa e fessurata.
Le foglie sono ovato-lanceolate, alterne, coriacee, simili a quelle del Leccio, ma con minori nervature e con nervatura centrale sinuosa, di colore verde scuro meno brillante del Leccio nella pagina superiore, bianco-grigiastre e tomentose sotto, con margine intero o dentato.
Gli amenti maschili sono giallastri e penduli, i fiori femminili sono riuniti in gruppi di 2-5 sui giovani germogli.
Le ghiande sono semiglobose, avvolte per metà lunghezza da una cupola di squame grigie, lanceolate e lievemente rialzate in punta.
Il legno è poroso, ricco di tannini, molto duro e pesante, con alburno chiaro e durame bruno-rossastro; non si presta a lavorazioni; è però un ottimo combustibile.
La Sughera è una pianta eliofila e xerofila, molto longeva, potendo raggiungere i 500 anni di età; è molto esigente in fatto di calore e di umidità (è più igrofila del Leccio).
L’areale della Sughera si estende dall’Africa settentrionale fino alla Francia, alle coste atlantiche del Marocco ed alla penisola iberica. In Italia è diffusa in Liguria, Toscana, Lazio, Umbria, Campania, Puglia, Calabria e sulle isole (areale dell’Olivo).
La Sughera è nota soprattutto per il sughero, suo prodotto principale, che trova ancora larghissimo impiego, nonostante l’avvento delle materie plastiche.
Il sughero viene estratto per la prima volta dopo 20-25 anni (sugherone) ed è di qualità piuttosto scadente, poi ogni 8-10 anni, ottenendo il cosidetto sughero gentile. Se il sugherone non venisse estratto, la pianta continuerebbe a produrre nuovi cerchi di sughero ogni anno.
Laddove la corteccia è stata asportata, il tronco appare inizialmente bruno chiaro, poi rossiccio, infine bruno scuro.
Lo sfruttamento della Sughera è possibile per una peculiare caratteristica della pianta: quella di sopportare più decorticazioni, perché il fellogeno ricresce più in profondità.
Numerose sono le applicazioni del sughero, utilizzato sin da epoca romana; esso trova impiego nella industria calzaturiera, per fare pavimentazioni, pannelli isolanti del calore e del suono, galleggianti, salvagente, tappi per bottiglia, ecc.
In Sardegna la sughereta si trova allo stato seminaturale; viene tenuta piuttosto rada ed al suo interno vengono fatti pascolare capre e suini, ma non eccessivamente, in modo tale che le piante non vengano danneggiate.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.