Quercus robur L.

Quercus robur L.

Fam. Fagaceae

Farnia

Quercus robur fiori

 Quercus robur ghiande

Foto Mario Gottardi

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

 

Albero alto fino a 30-35 (40) m, caducifoglio, con chioma ampia e rami robusti, corteccia grigio-scura, profondamente fessurata.

Le foglie sono alterne, subsessili, di colore verde scuro sopra, più chiaro sotto, ristrette ed auricolate alla base, lunghe 7-12 cm, di forma obovata, con larghezza massima nel terzo superiore, con 4-5 paia di lobi arrotondati.

Gli amenti maschili sono penduli, i fiori femminili sono riuniti in gruppi di 1-5.

Le ghiande, isolate, più spesso riunite a coppie, talvolta a 3, hanno un lungo peduncolo; la cupola ricopre la ghianda per 1/3, 1/4 della lunghezza ed è formata da squame di grandezza differente, quelle presso il peduncolo molto più grandi delle estreme.

Si tratta di una specie a lenta crescita, che può raggiungere dimensioni imponenti e superare l’età di 400 anni. E’ diffusa in tutta Europa, ed in Italia è presente in tutte le Regioni, esclusa la Sardegna, in pianura e su terreni collinari, raramente in montagna.

E’ specie igrofila e mesofila e cresce di preferenza in zone con discreta piovosità, su terreni neutri, spesso presso i corsi d’acqua, anche in associazione con Ontani, Olmi, Salici, Pioppi, Frassini. Un tempo la Farnia, unitamente al Pioppo bianco, all’Ontano nero ed a vari tipi di Salici, doveva caratterizzare l’aspetto forestale della pianura padana, prima che l’uomo procedesse a sistematici disboscamenti per dare spazio alle colture. Di tale tipo di foresta rimangono ora solo alcune vestigia, come ad esempio il Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara.

Il legno della Farnia, di color bruno scuro, pesante e durevole e con belle venature, è molto apprezzato per la costruzione di mobili, travature, parquets, ed in passato era usato anche per la costruzione di navi e carri ferroviari.

Dalla corteccia, inoltre, si estraggono tannini, usati in conceria, e coloranti, mentre le galle, mischiate a composti ferrosi, servivano per fare inchiostri.

 

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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