Pyrus pyraster

Pyrus pyraster Burgsd.

Fam. Rosaceae

Pero selvatico, Perastro

pyrus pyraster

 pyrus pyraster fiori

pyrus pyraster frutti

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Albero alto fino a 15 (20) m, talvolta a portamento arbustivo, con chioma rotondeggiante, rami induriti e spinescenti all’apice, fusto slanciato, corteccia inizialmente verdastra e liscia, poi grigio-bruna e fessurata in placche.

Le foglie sono alterne, ovate, rotondate, ellittiche, fino a lanceolate, lunghe 3-8 cm, con margine seghettato, di colore verde scuro e lucide sopra, verde glauco e opache sotto.

I fiori, riuniti in cime ombrelliformi, hanno calice a 5 denti, corolla a 5 petali bianchi, stami numerosi con antere porpora. La fioritura avviene ad aprile-maggio.

I pomi sono ovati, gialli, bruni o nerastri a maturità, con polpa granulosa, prima dura ed allappante, poi dolciastra-acidula; la maturazione avviene ad ottobre-novembre.

E’ una specie eliofila o moderatamente sciafila, termofila, mesofila, che vegeta su suoli da basici a moderatamente acidi, asciutti e freschi, dalla pianura fino a 800 (1400) m di quota. Vive nei boschi a Roverelle, Roveri, Carpini, o negli arbusteti, anche in ambienti aridi. Si sviluppa facilmente per polloni radicali.

Il suo areale di crescita interessa l’Europa centro-meridionale e l’Asia occidentale; in Italia è presente in tutte le Regioni. E’ il progenitore di tutte le varietà coltivate ed è usato come portainnesti delle piante coltivate.

Pianta nota sin dall’antichità, come il Melo selvatico, era coltivato già dagli antichi Greci, ed i Romani ne avevano ricavato, secondo Plinio, 40 diverse varietà.

I frutti sono appetiti dagli uccelli, ed un tempo anche l’uomo se ne cibava; erano usati anche cotti come rimedio per la stitichezza oppure per ottenere, dopo fermentazione, una bevanda simile al sidro, il poire, introdotto da noi probabilmente dai Normanni.

Il legno è duro e rosato, a grana fine, facilmente lucidabile; è usato in manufatti artigianali, per fare giocattoli, intarsi, righe e squadre, parti di strumenti musicali; è anche un buon combustibile.

La corteccia, infine, contiene una sostanza colorante gialla, un tempo usata in tintoria.

Così come il Melo, anche il Pero ospita spesso il Vischio, disseminato dagli uccelli e che si insedia sulla pianta, sviluppandosi come parassita di quest’ultima.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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