Prunus mahaleb L.
Fam. Rosaceae
Ciliegio canino
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Arbusto, raramente piccolo albero, alto 3-5 (10) m, con chioma molto folta, rami spesso spinescenti, pubescenti quelli giovani, provvisti di lenticelle; corteccia grigio-violacea, con striature trasversali, lucida e sottile da giovane.
Le foglie sono ovato-cordate, con margine dentellato, lunghe 2-3 cm, riunite a gruppi di 3-6 su brachiblasti. La pagina superiore è lucida e glabra, di colore verde intenso, quella inferiore è più pallida.
I fiori hanno 5 petali bianchi e circa 20 stami con filamenti bianchi e antere gialle; sono riuniti a 3-10 in racemi corimbosi eretti.
I frutti sono piccole drupe ovoidi, lucide, prima rosse, poi nerastre, con peduncolo di 1-2 cm, amarognole, non commestibili, ma appetite dai volatili.
E’ una specie eliofila, termoxerofila, che predilige i terreni sassosi e basici e vegeta a quote comprese fra 300 e 800 (1200) m, nei querceti termofili ed ai loro margini, negli arbusteti montani termofili, nei macereti e negli ambienti rupestri.
E’ diffusa in Europa centro-meridionale ed in Asia occidentale; in Italia è presente in tutte le Regioni.
La denominazione del Genere fa riferimento al fatto che si tratta di una pianta spinosa, mentre quella specifica deriverebbe dal nome di una cittadina libanese.
Dai frutti del Ciliegio canino si ottengono essenze per liquori.
Il legno è bruno chiaro-arancio, duro, adatto per essere lavorato al tornio e per fabbricare mobili rustici; molto apprezzate sono le pipe di Ciliegio canino per l’aroma del legno, dovuto alla presenza di cumarina, un composto aromatico che viene anche impiegato per la concia delle pelli.
Il Ciliegio canino viene utilizzato infine come portainnesto per Ciliegi da frutto.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.