Plantago lanceolata L.

Plantago lanceolata L.

Fam. Plantaginaceae

Piantaggine, Orecchie di lepre

Plantago lanceolata1

 Plantago lanceolata infiorescenza

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Pianta erbacea perenne, con corta radice rizomatosa e legnosa, da cui sorgono le foglie, disposte a rosetta, e gli scapi fiorali, afilli, lunghi 10-40 cm.

Le foglie sono lineari-lanceolate, subglabre, picciolate, lunghe 8-20 cm, con bordo intero o appena dentellato, a 3-5 nervi subparalleli, tutte disposte in rosetta basale spiralata.

I fiori sono minuscoli, brunastri, ermafroditi ed attinomorfi, riuniti in una infiorescenza spiciforme, cilindracea, densa e compatta, lunga 1-5 cm, posta all’apice di uno scapo eretto, striato-solcato.

La fioritura avviene per lo più fra maggio ed agosto, talvolta si estende da marzo ad ottobre. L’impollinazione è anemogama.

I frutti sono capsule contenenti 2 minuscoli grani.

E’ una pianta a larga diffusione, che cresce negli incolti, lungo le strade, nei campi coltivati, dal mare fino a 2000 m di quota ca.. In Italia è presente in tutte le Regioni.

La sola flora italica comprende oltre 20 specie diverse di Plantago, nella maggior parte dei casi distinguibili fra loro solo mediante caratteri di difficile osservazione. La Piantaggine lanceolata si contraddistingue per le foglie, di forma per l’appunto lanceolata, tutte disposte in rosetta basale, per i semi a forma di barchetta e per la struttura del calice, che presenta due sepali saldati fra loro.

La Piantaggine lanceolata è largamente diffusa e reperibile un po’ ovunque, così come lo sono altre 2 entità appartenenti alla stessa Famiglia: la Piantaggine pelosa ( Plantago media), che si contraddistingue per le foglie subsessili e per il delicato profumo dei suoi fiori con cui attrae gli insetti (è l’unica Piantaggine ad impollinazione entomogama), e la Piantaggine maggiore (Plantago major), che si differenzia per le foglie largamente ovoidi e picciolate e per la spiga fiorale nettamente più lunga.

Le specie sopracitate hanno tutte le stesse proprietà, sia curative che di commestibilità, e possiedono notevoli doti di sopravvivenza, in quanto, anche se sono strappate o schiacciate, nuove foglie spuntano continuamente alla base della pianta, protetta dal suo stesso portamento aderente al suolo.

Le foglie, raccolte ancora piccole e tenere, possono essere consumate crude in gustose insalate, oppure lessate e condite insieme ad altre verdure.

I semi, particolarmente appetiti dalla fauna avicola granivora, soprattutto nei mesi invernali, quando il cibo scarseggia, vengono utilizzati come becchime per gli uccelli da gabbia.

La Piantaggine è usata anche in fitoterapia per le sue proprietà rinfrescanti, depurative, diuretiche, antispasmodiche ed emollienti. In caso di punture di insetti o di scottature, giova molto applicare cataplasmi di foglie sulla pelle per lenire il dolore. I semi, ricchi di mucillagini e di fibre, sono impiegati per preparare prodotti lassativi e dimagranti. Gli estratti acquosi della pianta, infine, hanno proprietà idratanti della pelle e sono usati in cosmesi sotto forma di pomate per la cura delle pelli disidratate.  

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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