Pinus pinaster Aiton

Pinus pinaster Aiton

Fam. Pinaceae

Pino marittimo

Pinus pinaster

Pinus pinaster strobili

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Albero monoico sempreverde, alto fino a 30 m, più raramente a portamento arbustivo, con chioma rada, dapprima di forma conica, poi irregolare, e corteccia di colore chiaro negli esemplari giovani, poi bruno-rossastra, tendente a fessurarsi profondamente in placche irregolari.

Gli aghi sono molto lunghi (fino a 20 cm), di color verde su entrambe le facce, rigidi, appuntiti, riuniti in fascetti di 2.

I coni maschili sono gialli, riuniti in verticilli alla base dei nuovi germogli, quelli giovani femminili sono rosso-violacei e situati agli apici degli stessi. L’impollinazione è anemogama.    

Gli strobili sono conici e molto grandi, potendo superare i 20 cm di lunghezza, hanno squame mucronate appuntite, sono prima verdi, poi di color bruno-rossiccio lucente e permangono sui rami per più anni.

I semi sono piuttosto piccoli, ma con ala molto sviluppata, lunga fino a 3 cm; la diffusione è anemocora.

Si tratta di una specie a distribuzione mediterraneo-atlantica, rustica e pioniera, eliofila, termofila e xerofila, resistente alla salsedine ed anche a moderati freddi invernali; predilige i terreni sassosi, poco evoluti, tendenzialmente acidi.

In Italia il Pino marittimo è diffuso soprattutto lungo le coste del centro-sud, spesso su litorali sabbiosi, ma è rinvenibile anche all’interno, a quote medio-basse, sui versanti più assolati delle colline.

Il nome specifico è quello utilizzato dagli antichi romani per designare i Pini selvatici.

Il Pino marittimo viene coltivato per effettuare rimboschimenti in aree collinari con suoli acidi, come barriere frangivento a protezione di alberi e arbusti costituenti la macchia mediterranea, per consolidare le dune ed i terreni poco coerenti.

Il legno, con alburno chiaro e durame bruno-rossiccio, non è particolarmente pregiato e viene utilizzato per ricavarne traversine ferroviarie, pali, imballaggi e per la produzione della carta.

Dalla corteccia si ricava il “Pinec”, utilizzato nella pacciamatura per proteggere le piante dalle gelate, ridurre l’evaporazione e inibire il proliferare delle erbe infestanti.

Dalla resina si ottiene l’essenza di trementina, utilizzata come solvente nell’industria delle vernici, ed anche a scopo terapeutico per le proprietà antisettiche, astringenti, antireumatiche, antinevralgiche, vasocostrittrici, vermifughe e curative delle affezioni bronchiali; come sottoprodotto della distillazione si ottiene la colofonia, o pece greca.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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