Pinus halepensis Mill.
Fam. Pinaceae
Pino d’Aleppo
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Albero sempreverde, alto sino a 20 m ca, con chioma lassa, di colore verde chiaro, irregolare, un po’ disordinata, con tronco spesso contorto, corteccia inizialmente di colore grigio argento, poi bruno-rossiccia e profondamente screpolata, rami giovani di color grigio pallido, grigio argenteo.
Gli aghi sono lunghi, sottili e flessibili, di color verde chiaro, riuniti a gruppi di due.
Le infiorescenze maschili sono riunite in coni gialli, quelle femminili sono di color bruno-porpora. L’impollinazione è anemogama.
I frutti (pigne) sono di forma conica, lunghi 6-12 cm, di color bruno-rossiccio brillante, provvisti di breve peduncolo ricurvo rivolto verso il basso. Le pigne permangono sui rami per più anni. I semi sono piccoli ed alati.
Si tratta di una pianta molto frugale, capace di sopportare la siccità, le calure estive ed i venti salsi. E’ una specie tipica della vegetazione mediterranea, che predilige gli ambienti caldi ed assolati ed i substrati calcarei, poco evoluti, le aree rupestri, le garighe. E’ diffusa lungo tutte le coste del Mediterraneo, ove talvolta forma boschi abbastanza estesi, molto aperti e luminosi; spesso la si trova associata ad altre specie tipiche della macchia mediterranea, quali il Lentisco, il Carrubo, l’Oleastro, il Leccio. In Italia le formazioni più importanti sono situate in Puglia, in Sardegna ed in alcune aree del Ternano.
Il nome del Genere è di origine controversa; secondo alcuni deriva dal greco “Pytis” e dal latino “Pinus”, entrambi derivati dal sanscrito “Pitu” = resina”, mentre secondo altri deriverebbe dal latino “Pix – picis” = “pece” o “resina”; il nome specifico si riferisce invece alla città di Aleppo, in Siria.
Il legno, dalla grana grossolana, molto duro e resinoso, non è particolarmente pregiato, anche se piuttosto duro e compatto; esso è utilizzato soprattutto nella cantieristica navale, (le navi romane ritrovate sul fondo del lago di Nemi in ottimo stato di conservazione erano costruite con legno di Pino d’Aleppo), nell’industria per farne tavolami e imballaggi o come combustibile, mentre la corteccia è impiegata nella concia delle pelli.
La resina, piuttosto abbondante, viene utilizzata in alcuni paesi per aromatizzare e conservare i vini (come il vino greco “Retsina”, oppure per ricavarne l’essenza di trementina. Sulle coste orientali del Mar Mediterraneo il Pino d’Aleppo viene coltivato per ottenerne resina di ottima qualità, utilizzata nel campo della conservazione alimentare.
Il Pino d’Aleppo, in virtù del suo rapido accrescimento e della sua frugalità, viene infine coltivato per effettuare rimboschimenti, soprattutto lungo le coste, per consolidare terreni franosi, come barriera frangivento ed anche come pianta ornamentale di parchi e giardini.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.