Ostrya carpinifolia L.
Fam. Corylaceae
Carpino nero, Carpinella
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Albero alto fino a 15-20 m, talvolta a portamento arbustivo, con chioma ovale o subconica, ramificazioni sottili e snelle, tronco diritto e regolare, corteccia bruno-grigiastra o rosso-nerastra, inizialmente liscia, con molte lenticelle orizzontali bianchicce, poi screpolata in piccole placche in età.
Le foglie sono alterne, picciolate, di forma obovata-acuminata, arrotondate alla base ed acuminate all’apice, lunghe 5-10 cm, con margine doppiamente seghettato, lucide e di colore verde scuro nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore, con 11-17 paia di nervature poco rilevate e nervature terziarie che s’innestano su quelle secondarie.
Gli amenti maschili compaiono già nell’autunno, sono verdastri e penduli, diventano lunghi 10-12 cm e sono riuniti a gruppi di 3-5 all’apice dei rami; quelli femminili sono lunghi fino a 5 cm, sono prima eretti, poi penduli.
I frutti sono piccoli acheni (nucule) lisci, avvolti da brattee biancastre, cartacee, saldate a forma di sacchetti e riunite in infruttescenze coniche simili a quelle del Luppolo. La disseminazione è anemocora.
Si distingue dal Carpino bianco in particolare per il fusto a sezione regolare e per la forma delle brattee che avvolgono i frutti, per la presenza di lenticelle sulla corteccia, nonché per le nervature terziarie nelle foglie. E’ specie meso-xerofila, relativamente termofila, che cresce di preferenza sui versanti più freschi esposti a nord, negli impluvi, in zone a discreta piovosità, su suoli sassosi, neutri o basici, calcarei, ad altitudini comprese fra 200 e 800 (1200) m s.l.m., nella fascia compresa fra i boschi di sclerofille sempreverdi e la faggeta.
Specie ad areale mediterraneo-montano; in Europa si trova nella penisola balcanica, in Anatolia, nel Peloponneso ed in Austria. In Italia è diffuso in tutta la penisola, al piede delle Alpi e sull’Appennino. Può formare boschi puri, ma più spesso si associa a Roverelle, Ornielli e Pini.
Il nome del Genere deriva dal latino “Ostreia” = “Ostrica” con riferimento ai frutti simili a conchiglie, mentre il nome specifico ha il significato di “con foglie da Carpino”.
Il legno è molto duro, di colore rossiccio, a porosità diffusa, poco durevole ed è usato principalmente come legna da ardere con ottimo rendimento, o per farne carbone. Non si presta a lavorazioni industriali, perché ha fibre molto corte. Un tempo si fabbricavano attrezzi legati all’economia rurale, come manici, raggi e mozzi di ruote, oggetti da cucina.
Il Carpino nero ha buona capacità pollonifera e per questo viene spesso governato a ceduo, per ottenere una produzione costante e abbondante di legna; è anche specie tartufigena, adatta ad essere micorrizzata con miceli di specie di tartufi neri. Per quanto riguarda le proprietà fitoterapiche si usano le foglie e le gemme per curare infiammazioni intestinali, dissenterie, bronchiti e tracheiti.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.