Leopoldia comosa (L.) Miller

Leopoldia comosa (L.) Miller

Fam. Asparagaceae

Lampascione, Cippollaccio col fiocco          

Leopoldia comosa                     Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Pianta erbacea perenne, con fusto eretto e glabro, alto fino a 60cm, terminante con una infiorescenza violacea, e con bulbo subgloboso, ovoide o piriforme, di 2-4 cm di diametro, avvolto da una serie di tuniche rosso-violacee.

Le foglie si dipartono dal bulbo in numero di 2-4, sono lineari e carnose, lunghe all’incirca quanto il fusto, larghe 0.5-2 cm e terminanti a punta acuta.

I fiori sono riuniti in racemi terminali, costituiti da fiori fertili e fiori sterili. I fiori fertili sono peduncolati e patenti, con corolla tubulare di colore violaceo-olivastro, terminante con 6 piccoli denti triangolari giallastri; i fiori sterili sono riuniti a ciuffo all’apice dell’infiorescenza, formando il “fiocco” di colore azzurro-violaceo. La fioritura avviene fra aprile e giugno.

I frutti sono piccole capsule a sezione triangolare che, a maturità, si aprono in tre valve, liberando minuscoli semi rotondeggianti.

Si tratta di una pianta a distribuzione Euri-Mediterranea, che cresce nei campi, negli incolti aridi, sulle scarpate; in Italia è presente in tutte le Regioni, più frequentemente in quelle meridionali, fino a 1500 m di quota ca..

Il nome del Genere “Leopoldia” è stato attribuito a questa pianta in onore di Leopoldo II, Granduca di Toscana, mentre il nome specifico “comosa” deriva dal latino “comosum” = “chiomato”, in relazione al ciuffo di fiori sterili situati all’apice dell’infiorescenza, che lo fanno rassomigliare ad una chioma con il fiocco.

Il Lampascione è molto ricercato, prevalentemente nelle Regioni meridionali italiane, per i bulbi, commestibili e dal sapore amaro, che sono utilizzati e preparati come le Cipolle, lessati e conditi, o anche conservati sotto aceto o in agrodolce. Essi vanno raccolti prima della fioritura, quando sono al massimo del loro turgore.

Il bulbo del Lampascione è inoltre dotato di un buon potere diuretico ed antiinfiammatorio, in particolare per la vescica e l’intestino. Usato da fresco può essere utilizzato per accelerare la maturazione di foruncoli, ascessi ed altre infezioni sottocutanee purulente. Infine può essere validamente impiegato per alleviare i dolori artritici, preparato caldo o spappolato sotto forma di cataplasma.

Occorre fare molta attenzione a non confondere il Lampascione con il Colchico (Colchicum autumnale), né tanto meno con il Giacinto romano (Bellevalia romana); il Colchico è velenoso e può risultare perfino mortale, ed anche il Giacinto romano è tossico. Al riguardo si evidenzia che il bulbo del Lampascgione è simile a quello della Cipolla, con le tuniche esterne di colore rosso-violetto, mentre quelli delle altre due specie hanno tuniche brune.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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