Juniperus communis L.

Juniperus communis L.

Fam. Cupressaceae

Ginepro comune

               Juniperus communisJuniperus communis aghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Juniperus communis galbuli                 

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Pianta sempreverde, dioica, molto resinosa, a crescita molto lenta, con portamento arbustivo, più raramente arboreo, alta fino a 3 (6) m, con fusti tortuosi e ramificati, con corteccia bruno-rossastra, liscia e lucente da giovane, poi grigio-rossastra, sfaldantesi in fibre longitudinali.

Gli aghi sono lunghi 1.5-3 cm, rigidi e molto pungenti, riuniti in verticilli di tre. La pagina superiore mostra un’unica stria verde glauca, quella inferiore è verde più scura.

I coni maschili sono piccoli, gialli e solitari, quelli femminili sono verde-glauchi e riuniti a gruppi. La fioritura avviene tra febbraio e maggio.

I galbuli sono verdi nel corso del primo anno, poi bluastri a maturità; sono grandi 6-9 mm; sono costituiti da 3 squame carnose saldate assieme e maturano nell’arco di due anni.

L’impollinazione è anemogama, la disseminazione è ornitocora.

Si tratta di un Ginepro a diffusione molto ampia, essendo presente in Europa, Asia ed America settentrionale; è presente anche in tutte le Regioni italiane, fino a 1500 m s.l.m. ca, in pascoli e boschi aridi, nelle brughiere, sulle dune consolidate, nelle garighe; è una pianta molto longeva, che tollera le basse temperature, la siccità ed il vento forte. Nella zona alpina si accompagna spesso al Pino silvestre, al Crespino ed all’Erica, in Appennino alla Roverella, al Cerro ed al Carpino nero, su substrati calcarei e marnoso-arenacei.

Il nome del Genere deriva dal celtico “Juneprus” = “Acre”, con riferimento al sapore acre dei frutti, mentre quello specifico ha il significato di “non raro”.

Il Ginepro ha proprietà diuretiche, lassative, antisettiche, espettoranti, aperitive e stimolanti; i galbuli sono molto aromatici e vengono utilizzati per la cura delle affezioni respiratorie, nonché in cucina per aromatizzare le carni, in particolare la selvaggina, gli arrosti e la porchetta.

I galbuli sono inoltre impiegati per aromatizzare le acquaviti, oppure, dopo fermentazione e distillazione, per produrre il “Gin”; messi a macerare in alcool forniscono invece un ottimo tonico.

L’olio essenziale ha proprietà diuretiche ed inoltre è utilizzato per la cura dei reumatismi; viene impiegato anche in veterinaria in quanto è un ottimo antiparassitario contro acari e pulci.

Il legno del Ginepro è fortemente profumato, molto duro e compatto, a tessitura fine, con alburno bianco e durame giallastro e si presta bene ai lavori di ebanisteria ed al tornio, per fabbricare cestini e bastoni.

Nell’antichità si utilizzavano tutte le parti del Ginepro; in particolare esso veniva bruciato, sia a scopo terapeutico che propiziatorio in quanto si riteneva, non del tutto a torto, che le fumigagioni avessero un potere antibatterico; questa pratica veniva esercitata specialmente per combattere le pestilenze di peste e vaiolo. Infine esso veniva bruciato in occasione del Natale e la cenere conservata per compiere riti scaramantici nel corso dell’anno.

I Greci ed i Latini ritenevano che avesse proprietà magiche ed era considerato simbolo di fertilità; pertanto veniva bruciato durante le cerimonie nuziali.

Il famoso abate Kneipp, considerate le proprietà antisettiche e balsamiche del Ginepro, suggeriva di avvolgere il malato d’influenza o di malattie polmonari in una coperta, che doveva essere riscaldata ai vapori di una pentola ove bollivano rami e bacche. Tale applicazione era nota col nome di “mantello del Dr. Kneipp”.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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