Hypericum perforatum L.
Fam. Hypericaceae
Iperico, Erba di S. Giovanni, Cacciadiavoli
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Pianta erbacea perenne con corto rizoma sotterraneo, da cui si originano numerosi fusti arrossati, cilindracei, glabri, prostrati e lignificati alla base, ramificati in alto, lunghi fino a 2 m.
Le foglie sono opposte, sessili, ovate o ellittiche, cosparse di ghiandole traslucide, con bordo picchiettato da altre piccole ghiandole nere.
I fiori, riuniti in corimbi, hanno 5 sepali verdi ed acuminati ed una corolla formata da 5 petali giallo-dorati, dentellati al bordo, maculati da punti e linee nere e punti più chiari, con ghiandole brune al bordo, e 50-100 stami. La fioritura avviene fra aprile ed agosto.
Il frutto è una capsula triloculare, contenete numerosi piccoli semi neri e cilindracei.
Si tratta di una pianta a larga diffusione, che cresce nei prati aridi, negli incolti, lungo le strade, nelle boscaglie, dalla costa fino a 1500 m di quota ca.. In Italia è presente in tutte le Regioni.
Secondo alcuni il nome del Genere, di origine greca, significa “Pianta delle brughiere”, mentre per altri significherebbe “Contro i fantasmi”, perché si credeva che l’erba respingesse gli spiriti maligni, i quali non potevano sopportarne l’odore, simile a quello dell’incenso. Il nome specifico “perforatum” fa riferimento alle foglie, che sembrano perforate da tanti forellini, se osservate in controluce, per la presenza di ghiandole oleifere semitrasparenti.
I fiori, se stropicciati, secernono sostante coloranti gialle, solubili in acqua, ed altre rosse, solubili in olio.
L’Iperico contiene numerosi principi attivi, come oli essenziali, tannini, iperina ed ipericina, ed è largamente impiegato in fitoterapia per le sue proprietà antispasmodiche, astringenti, antidolorifiche, antiinfiammatorie, cicatrizzanti ed antisettiche. Nella medicina erboristica moderna è utilizzato soprattutto nella cura delle depressioni lievi. Fra i vari preparati si cita la tintura oleosa, ottenuta mettendo i fiori in infusione in olio d’oliva, tintura che si rivela molto utile per la cura di piaghe ed ustioni e per massaggiare parti indolenzite.
Recentemente si è riscontrato che taluni principi attivi contenuti nell’Iperico inducono enzimi metabolizzanti di farmaci, con alterazioni dei loro effetti. Pertanto si sottolinea ancora che il ricorso a pratiche fitoterapiche va effettuato solo sotto stretto controllo medico.
La denominazione popolare di “Scacciadiavoli” deriva dall’antica credenza che la pianta avesse il potere di allontanare i demoni e di evitare malocchio e fatture; a tale scopo venivano appesi alle porte delle case mazzetti di Iperico, raccolti il giorno di S. Giovanni (24 giugno). l’Iperico è noto con il nome di “Erba di S. Giovanni” non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania ed Inghilterra.
All’aspetto traforato delle foglie si è a suo tempo ispirata la “dottrina dei segni”, secondo la quale le parti inferme del corpo possono essere curate con piante che di quelle parti ricordino la forma; pertanto con le foglie di Iperico si curavano un tempo le ferite inferte ai soldati in battaglia, beneficiando probabilmente delle sue proprietà antisettiche e cicatrizzanti.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.