Hedera helix L.
Fam. Araliaceae
Edera, Ellera
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Pianta lianosa rampicante, sempreverde, con fusti volubili, legnosi, striscianti al suolo o aderenti ai tronchi, alle rocce ed ai muri mediante radici avventizie adesive.
Le foglie sono picciolate e coriacee; quelle dei fusti sterili sono poligonali o palmato-lobate, a 3-5 lobi triangolari, quelle dei fusti fertili sono intere, ovato-rombiche, con apice acuto; la pagina superiore delle lamine è di colore verde scuro lucente, quella inferiore è più pallida e opaca; in inverno le foglie assumono a volte sfumature rossastre.
I fiori sono piccoli, con 5 petali verdastri ripiegati verso il picciolo e 5 stami arcuato-eretti con antere gialle; sono raggruppati in ombrelle globulose 8-20 flore, queste riunite a loro volta a 2-3 all’apice dei rami fertili. L’impollinazione è operata soprattutto dalle vespe e la fioritura avviene a settembre-ottobre.
I frutti sono bacche ovoidi, carnose, di circa 0.5 cm di diametro, contenenti 2-3 noccioli. A maturazione, a fine inverno, assumono una colorazione violaceo-nerastra.
E’ una pianta a distribuzione Submediterranea-Subatlantica, crescente in luoghi freschi ed ombreggiati, nei boschi mediterranei e submediterranei, sui muri, sulle rocce, sui tronchi degli alberi, talvolta strisciante al suolo, dalla costa fino a 800 (1400) m di quota ca.. In Italia è presente in tutte le Regioni.
Già in epoca romana l’Edera era chiamata con questo nome, con allusione alla sua capacità di avvinghiarsi ai sostegni. Il termine “helix” deriva infatti dal greco “helissein”, che significa “arrampicarsi”.
L’Edera è una pianta ideale per creare siepi sempreverdi; viene spesso coltivata per abbellire muri e giardini, specie in alcune varietà a foglie screziate, e non richiede particolari attenzioni. Resiste bene in condizioni di siccità e non teme l’umidità, ma eventualmente solo i ristagni d’acqua.
Contiene molti principi attivi, quali glucosidi, saponoidi, flavonidi, alcaloidi, acido malico, formico, caffeico, diversi dei quali sono tossici. Le foglie possono provocare reazioni allergiche, ma soprattutto i frutti, che sono mangiati impunemente dagli uccelli, sono invece velenosi per l’uomo. La loro ingestione provoca febbri, tachicardia, allucinazioni, delirio, convulsioni, crisi respiratorie, ecc., a volte con esito anche mortale.
Vari sono gli impieghi terapeutici di questa pianta, di cui comunque è meglio diffidare se non sono controllati dal punto di vista medico, specie quelli ad uso interno.
I cataplasmi ottenuti dalle foglie venivano impiegati per la cura di nevralgie, sciatiche, artriti e reumatismi, sembra in virtù di un effetto moderatore della sensibilità dei nervi periferici.
In campo cosmetico l’Edera, per le sue proprietà astringenti e vasocostrittrici, entra nella composizione di molte creme anticellulitiche, ed il risciacquo dopo lo shampoo, fatto con acqua in cui siano state immerse foglie di Edera, rende i capelli lucidi e scuri. Infine, una infusione di foglie in acqua calda procura un bagno astringente e sedativo, che predispone al massaggio delle zone cellulitiche.
L’Edera, essendo al tempo stesso velenosa e curativa, ha assunto nella nostra cultura molteplici interpretazioni simboliche.
Il tirso, una sorta di bastone, che Dionisio, dio dell’estasi, portava con sé, era intrecciato con viticci d’Edera e con tralci di Vite, con all’estremità superiore una pigna. Era associata a Dionisio, divenuto Bacco nella religione pagana romana, anche perché l’Edera, sotto forma di decotto, veniva prescritta per neutralizzare i postumi dell’ubriacatura. Forse è per questo legame con Dionisio-Bacco che, ancora oggi, in qualche osteria di paese si usa appendere all’uscio un tralcio di Edera.
Nell’iconografia medioevale cristiana l’Edera simboleggiava l’immortalità dell’anima dopo la morte del corpo.
In virtù della solidità dei suoi viticci, divenne simbolo della Fedeltà in amore e dell’Amicizia.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.