Diplotaxis tenuifolia (L.) DC.

Diplotaxis tenuifolia (L.) DC.

Fam. Brassicaceae

Ruchetta selvatica

Diplotaxistenuifolia

Foto Mario Gottardi

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Pianta erbacea perenne, con sapore di Rucola, alta 20-50 cm, con radice fusiforme fittonante, ingrossata, biancastra, e con fusti eretti, subglabri, fogliosi solo in alto, di colore verde glauco.

Le foglie sono lunghe 10-25 cm, con contorno spatolato, pennatopartite (più raramente intere), con 2 coppie di segmenti laterali ed uno apicale trilobo.

I fiori sono peduncolati, con sepali giallo-verdastri e corolla formata da 4 petali spatolati gialli. La fioritura avviene da maggio a ottobre, ma in alcune zone si prolunga tutto l’anno.

Il frutto è una siliqua peduncolata, suberetta, strettamente fusoide, contenente due file di piccoli semi ovoidi.

Si tratta di una pianta a distribuzione Submediterranea-Subatlantica, a larga diffusione, che cresce negli incolti, presso ruderi, su terreni aridi e sabbiosi, a volte infestante dei campi di cereali, delle vigne, ecc., dalla costa fino a 1000 m di quota ca.. In Italia è presente in tutte le Regioni.

Il nome del Genere deriva dal greco “Diploos” = “Doppio” per la caratteristica del frutto, contenente due file di piccoli semi.

La Ruchetta appartiene alla Famiglia delle Brassicaceae (ex Cruciferae), Famiglia molto vasta, con oltre 200 Generi, di cui 72 presenti in Italia; essa ricomprende piante per lo più erbacee, con foglie alterne, fiori ermafroditi ed attinomorfi con 4 sepali e 4 petali disposti a croce, frutti a siliqua o siliquetta. Molte di esse sono ben note, soprattutto per le loro caratteristiche alimentari, come il Cavolo, il Rafano, la Senape, la Rucola, il Crescione, la Rapa.

La Ruchetta selvatica, di cui esistono diverse varietà, è, come sopra detto, molto diffusa allo stato spontaneo, ma, se si possiede un orticello, merita anche di essere coltivata fra le aromatiche. Le sue foglie, che emettono un odore penetrante, hanno lo stesso sapore della Rucola e trovano impiego in molte ricette. Per mantenere al cespo di Ruchetta selvatica un aspetto compatto, è importante cimarlo regolarmente, e soprattutto impedirne la fioritura, recidendo i lunghi steli fiorali prima che vadano in fiore. 

Simile come forma alla Ruchetta selvatica è la Ruchetta violacea (Diplotaxis erucoides), molto diffusa nei campi, negli orti e negli incolti, che si distingue soprattutto per i fiori bianchi, talvolta sfumati di lilla-viola.

Nella medicina popolare il succo fresco della Ruchetta selvatica è usato come espettorante, mentre le foglie, consumate in insalata, sono stimolanti delle funzioni digestive ed hanno proprietà antiscorbutiche, essendo ricche di vitamina C. Un pugno di foglie di Ruchetta, un pizzico di foglie di Menta e poche cime fiorite di Santoreggia, poste in infusione in acqua bollente, forniscono una bevanda tonificante e rasserenante. Con i semi, inoltre, si preparava nel passato una farina che, in mancanza della Senape, serviva a preparare i cosidetti “senapismi”.

Dioscoride, Plinio ed Ovidio assicuravano essere un ottimo afrodisiaco, e per questa ragione era proibito coltivarla nei monasteri. 

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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