Daucus carota L.
Fam. Apiaceae
Carota selvatica
foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di Mario Gottardi
Pianta erbacea biennale, con fusto eretto o prostrato-ascendente, semplice o leggermente ramoso in alto, solitamente striato ed ispido per la presenza di peli riflessi, con radice a fittone, ingrossata, bianca e fibrosa e con odore caratteristico di Carota.
Le foglie basali sono 2-3 pennatopartite o pennatosette, a contorno lanceolato, lunghe 8-12 cm, mentre quelle del fusto, divise in lacinie lineari-acute, sono alterne, sessili ed inguainanti, lunghe fino a 1-2 cm.
I fiori sono minuscoli, con 5 petali bianchi o rosati, riuniti in infiorescenze ombrelliformi a 20-40raggi; al centro dell’infiorescenza solitamente è situato un fiore sterile, di colore rosso-porpora, mentre al disotto si nota un collare di brattee lineari biforcate e pelose. La fioritura avviene da aprile a ottobre.
Dopo l’impollinazione i peduncoli fiorali, eretti durante la fioritura, si arcuano alla maturazione verso l’interno, facendo assumere all’ombrella la forma di un nido.
I frutti sono minuscoli acheni ovoidali e spinosi, riuniti a coppie, striati longitudinalmente.
La Carota selvatica è una pianta comunissima, di origine Euroasiatica, diffusa ovunque in Europa e presente in Italia in tutte le Regioni; cresce negli incolti, nei prati aridi, lungo le strade, nelle zone aperte e soleggiate, dalla costa fino alle aree submontane.
Questa pianta è estremamente polimorfa e ne possono essere distinti almeno una dozzina di tipi diversi, ibridabili fra loro, fra cui alcuni crescenti in zone litoranee, su terreni sabbiosi o sulle coste rocciose.
La forma coltivata, selezionata già nel XVI secolo, si distingue da quella selvatica essenzialmente per la radice, molto più grossa e carnosa, fusiforme, fittonante e di color giallo-aranciato.
La Carota contiene lecitina, asparagina saccarosio, oli essenziali, è ricca di vitamine A e C e possiede proprietà vitaminizzanti, mineralizzanti, diuretiche, depurative e regolatrici delle funzioni intestinali e del fegato. La polpa grattugiata e il succo sono particolarmente indicati nella cura dell’anemia, dell’astenia e dell’ulcera. E’ inoltre utilizzata per combattere calcoli urinari, cistiti, gotta, edemi, flatulenze e problemi mestruali.
I semi della Carota hanno proprietà aperitive e digestive, mentre le foglie, piccole e tenere, raccolte prima che si sviluppi il fusto, hanno un gusto delicato e possono essere consumate in insalata assieme ad altre verdure.
L’olio ricavato dai semi, dal delicato profumo di Iris, viene impiegato in profumeria e nella preparazione di creme antirughe.
Occorre fare attenzione a non confondere la Carota con altre piante appartenenti alla stessa Famiglia (quella delle Apiaceae), molte delle quali sono velenose, come ad esempio Conium maculatum e Aethusa cynapium, note col nome popolare di Cicuta e dalle quali può essere facilmente riconosciuta, perché emana un gradevole aroma, ben noto ed inconfondibile.
Il detto “usare il bastone e la carota” sta a significare l’uso alternato di minacce e di lusinghe per convincere le persone riluttanti a compiere il loro dovere.
Molte sono le leggende che riguardano questa pianta. Si riteneva ad esempio che un fiore di Carota, raccolto nelle notti di luna piena, servisse a curare l’epilessia, oppure che aiutasse il concepimento; per favorirlo era necessario bere un bicchiere di vino nel quale fossero stati bolliti i fiori della pianta. Probabilmente a causa della forma del fittone, era considerata afrodisiaca ed atta a curare l’impotenza maschile, secondo quanto ipotizzato dalla nota “teoria dei segni”.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.