Cyclamen repandum Sm.

Cyclamen repandum Sm.

Fam. Primulaceae

Ciclamino primaverile, Panporcino

 Cyclamenrepandum

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Pianta erbacea perenne, alta 10-20 cm, con tubero nerastro arrotondato e schiacciato, di 2-4 cm di diametro, da cui traggono origine le radici, situate al centro della parte inferiore, e gli steli fogliari e fiorali. Le foglie compaiono prima della fioritura, sono un po’ succulente, provviste di un lungo picciolo color porpora, lungo 6-12 cm; hanno un profilo angoloso, triangolare irregolare, con denti diseguali ed arrotondati e base profondamente cordata. Le pagine sono lucide e glabre; quella superiore è verde scura, marmorizzata di biancastro o verde chiaro, quella inferiore è verde chiara-rosata  

I fiori sono singoli, provvisti di uno stelo lungo 10-20 cm ricurvo all’apice; sono inodori, hanno una corolla tubulosa, purpurea, con 5 lobi lunghi 2 cm ca. ripiegati all’indietro, senza orecchiette e con stilo sporgente. Il calice ha 5 denti ed è nascosto dai lobi reflessi della corolla. La fioritura avviene in aprile-maggio.

Il frutto è una piccola capsula globosa, con peduncolo arrotolato a spirale, contenente semi rotondi. La spiralatura del peduncolo fa sì che i semi si trovino vicino al terreno.

Si tratta di una pianta relativamente termofila, che cresce nelle leccete, nelle macchie, più raramente nei boschi di caducifoglie. E’ diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Francia e dall’Africa nord-occidentale fino all’Egeo; in Italia è presente nelle Regioni centro-meridionali ed in Emilia-Romagna.

Il nome del Genere “Cyclamen” deriva dal greco “Kyklos”, che significa “Cerchi”, per la particolarità del peduncolo di attorcigliarsi a spirale dopo la fioritura, portando in tal modo il frutto, la capsula, in prossimità del terreno. Il nome specifico “repandum”, di origine latina, significa invece “ piegato all’insù, voltato all’indietro”.

Il nome popolare “Panporcino” è dovuto al fatto che i suini possono cibarsi impunemente dei tuberi, che invece sono velenosi per l’uomo.

Il Ciclamino è una pianta velenosa in ogni sua parte; il bulbo contiene una saponina, la ciclamina, che agisce sia a livello dell’apparato gastro-intestinale che del sistema

nervoso, e che, nei casi più gravi, può provocare la paralisi dei centri nervosi.

Simile al Ciclamino primaverile è il Ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium), anch’esso velenoso, e che si differenzia per i seguenti aspetti:

  • il tubero è grosso, con diametro fino a 15 cm, con radici che si originano soprattutto nelle porzioni superiore e laterale dello stesso;
  • la fioritura è estivo-autunnale (fra agosto e settembre);
  • le foglie compaiono dopo la fioritura, sono oblungo-cordate, con 5-9 angoli, ed il  margine è irregolarmente dentato;
  • i fiori sono di colore rosa pallido, con le lacinie della corolla macchiate di porpora e provviste di orecchiette alla fauce.
  • l’ habitat preferenziale di crescita è costituito da boschi freschi ed ombrosi di caducifoglie.

I Ciclamini spontanei nostrani sono piante rustiche e facilmente trapiantabili. Come pianta da vaso è invece utilizzato il “Cyclamen persicum”, a fiori molto grandi e vistosi, diffuso dalla Grecia alla Persia.

Plinio il Vecchio consigliava di piantare questo fiore nei giardini e negli orti attorno alle case, perché fungeva da amuleto contro i filtri malefici, ma avvertiva le donne incinte di non passare sopra le sue radici, perché avrebbero abortito.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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