Crataegus laevigata (Poir.) D.C.

Crataegus laevigata (Poir.) D.C.

Fam. Rosaceae

Biancospino selvatico

Crataegus laevigata

 Crataegus laevigata frutti

Foto Mario Gottardi

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Arbusto o piccolo alberello caducifoglio, alto 1-6 (9) m, con tronco molto ramoso, a volte fin dalla base, con corteccia inizialmente grigia, poi bruno-rossastra, con rami spinescenti e con chioma espansa ed intricata.

Le foglie sono alterne, glabre, coriacee, ellittico-obovate, incise, con 3-5 lobi triangolari poco profondi, denticolati al bordo e base cuneata.

I fiori sono bianchi, riuniti in corimbi eretti, con corolla a 5 petali e con molti stami ad antere rosse e 2 stili. La fioritura avviene fra aprile e giugno.

I frutti sono piccoli pomi riuniti a grappolo, grandi 1 cm ca, rossi, con 2 semi e maturano in estate.

E’ una specie eliofila, che vive nei boschi di latifoglie e nelle radure fino a 1200 m ca di quota. E’ diffusa in Europa settentrionale e centro-meridionale; in Italia è presente ovunque, ad esclusione delle Isole.

Il nome del Genere deriva dal greco “Kratos” = “Forza”, con riferimento alla robustezza della pianta e del legno; il termine “laevigata” significa invece “liscio”.

Il Biancospino contiene molti principi attivi, con proprietà antidiarroiche, astringenti, toniche, antispasmodiche, sedative e ipotensive.

Con i frutti si possono ottenere marmellate, mentre i semi tostati erano un tempo consumati come succedanei del caffè.

I fiori ed i frutti hanno proprietà cardiotoniche, sedative e diuretiche; i frutti sono ricchi di vitamina C; un tempo se ne ricavavano marmellate.

Il Biancospino è una pianta invadente, a rapida diffusione, che tende a soppiantare altre specie più pregiate. Può essere impiegato per fare siepi campestri e barriere frangivento; nell’intrico dei suoi rami trovano rifugio diversi animali, ed in particolare i volatili, che si cibano dei suoi frutti.

Il legno è molto compatto, di colore giallo-rossastro e può essere lavorato al tornio.

In alcuni siti risalenti al Neolitico si sono ritrovati semi di Biancospino, il che lascia presumere che i suoi frutti facevano parte della dieta degli uomini dell’epoca.

In epoca greca e romana il Biancospino era simbolo di speranza, matrimonio, fertilità e castità.

Secondo il calendario celtico il Biancospino simboleggiava il mese di maggio.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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