Corylus avellana L.

Corylus avellana L.

Fam. Corylaceae

Nocciolo

  Corylusavellana

Corylusavellana fioremaschile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corylusavellana fiorefemminile

 

Corylusavellana frutti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto Mario Gottardi

 

 

 

 

 

 

Scheda botanica a cura di M. Gottardi

Pianta con portamento arbustivo, talvolta di piccolo alberello, alta fino a 6-9 m, con ceppaie che portano molti polloni diritti, tardivamente incurvati, con corteccia sottile, liscia e lucida, grigio-bruna, cosparsa di lenticelle, solcata nei rami vecchi.

Le foglie sono alterne, picciolate, a lamina ellittica o subrotonda, cordate alla base, acuminate all’apice, lunghe fino a 12-14 cm, con margine doppiamente dentellato; la pagina superiore è verde scura e ruvida, quella inferiore è verde chiara e tomentosa. Le nervature sono normalmente meno di 8 paia.

Gli amenti maschili compaiono in autunno, sono rosei, poi gialli, lunghi fino a 10 cm; le infiorescenze femminili hanno forma di piccole gemme, con un ciuffo di stimmi purpurei.

Il frutto è un achenio con pericarpo legnoso (nocciola), prima verdognolo, poi rossastro, avvolto da due brattee fogliose, a margine profondamente lacerato, lunghe quanto il frutto. Le nocciole sono spesso riunite a gruppi di 2-4 e maturano in estate-autunno.

Il Nocciolo è pianta comunissima che si trova dappertutto, dalla pianura al piano montano; il suo areale si estende in tutta Europa, Asia minore ed Algeria.

E’ specie mesofila che preferisce i suoli mediamente profondi e freschi, con discreto trattenimento di acqua; sopporta bene le basse temperature, necessita di clima fresco e pertanto cresce preferenzialmente sui versanti esposti a nord e nelle valli fresche ed ombrose. La si trova frequentemente lungo il corso dei fiumi e nel sottobosco dei boschi misti montani di latifoglie e nei boschi cedui, nei terreni incolti e nei pascoli abbandonati.

Il nome del Genere deriva dal greco “Koris” = “Elmo”, con riferimento alle brattee fogliacee che ricoprono il frutto; il nome specifico invece deriva dal latino “nux abellana”, ovvero “noce di Avellino”, località famosa fin da tempi antichi per la ricchezza di nocciole.

Il legno è di color bianco-rosato, poco durevole e viene impiegato per intrecciare cesti, per fabbricare bastoni, cerchi da botte, per lavori di torneria oppure per produrre carbonella pregiata e polvere da sparo.

Il nocciolo viene coltivato sin da epoca romana per la produzione di nocciole, consumate fresche oppure utilizzate nell’industria dolciaria. Infine il Nocciolo si è rivelato pianta idonea alla costituzione di tartufaie.

Le nocciole sono molto nutrienti, contenendo circa il 50% di sostanze grasse, e possono essere consumate sia fresche che secche. Sono prevalentemente utilizzate nell’industria dolciaria per la produzione di nocciolati, torroni, pasta di Gianduia, ecc.

La corteccia del Nocciolo ha proprietà febbrifughe e cicatrizzanti; alle foglie invece sono attribuite proprietà depurative, cicatrizzanti, antidiarroiche, anti emorragiche e toniche.

I rabdomanti utilizzano rami di Nocciolo per individuare le vene d’acqua sotterranee, forse perché la pianta vegeta bene in ambienti umidi.

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.

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