Chenopodium album L.
Fam. Chenopodiaceae
Farinello
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Pianta erbacea annuale, alta fino a 1 (2) m, con radice fittonante e fusto eretto, semplice o ramificato, striato, glabro, verde glauco, sparsamente farinoso.
Le foglie sono alterne, triangolari o rombiche, lanceolate, lungamente picciolate, con base rastremata e bordo dentato. Le minori sono subintere, con picciolo corto. Le pagine fogliari sono farinose, specie quella inferiore.
I fiori sono minuscoli, verdastri, riuniti in glomeruli, formanti a loro volta una infiorescenza a spiga. La fioritura avviene fra giugno e settembre.
I frutti sono piccoli acheni contenenti un seme lucido e nero.
Si tratta di una pianta largamente diffusa in Europa, importata anche nel continente americano; cresce, a volte infestante, negli incolti e nei campi coltivati, su terreni ben nitrificati, anche limosi e sabbiosi, dalla pianura fino a 1500 m di quota ca. In Italia è presente in tutte le Regioni.
Il nome del genere fa riferimento alla forma delle foglie, simili a piedi d’oca. Il termine specifico “album”, così come quello popolare di Farinello, si riferiscono invece all’aspetto farinoso-polveroso delle superfici fogliari e del fusto.
Il Farinello appartiene alla famiglia “Chenopodiaceae”, che comprende altre piante ottime commestibili, come le Bietole e gli Spinaci.
Si tratta di una pianta da rivalutare dal punto di vista nutrizionale, perché è di sapore gradevole ed inoltre contiene Sali minerali in quantità elevata, come ferro, potassio, fosforo, acido ossalico e vitamine A e B1; l’uso commestibile di questa pianta era diffuso già dall’Età del Bronzo.
In cucina si utilizzano le parti sommitali della pianta, quando sono ancora tenere e succulente, poi lavate e cotte come gli Spinaci.
Si suggerisce tuttavia di usarne con moderazione se si soffre di disturbi renali, a causa del contenuto di acido ossalico.
Un tempo si utilizzavano anche i semi per farne farine che, mescolate a quella del grano, danno un pane scuro e saporiti. I semi sono anche molto appetiti dalla fauna avicola, e quindi vengono raccolti e mescolati al becchime per gli uccelli da gabbia.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.