Acer pseudoplatanus L.
Fam. Sapindaceae
Acero di monte
Foto Mario Gottardi
Scheda botanica a cura di M. Gottardi
Albero deciduo, a volte di grandi dimensioni (è il più grande Acero europeo) e molto longevo, alto fino a 30-35 m, con chioma ampia e cupuliforme, tronco cilindraceo, colonnare, robusto; la corteccia da giovane è liscia e bruno-rossiccia, poi diviene grigiastra e tende a desquamarsi in listelli, come il Platano, e a mostrare la parte sottostante rosata.
Le foglie sono opposte, palmato-lobate, a base cordata, lunghe fino a 22 cm, larghe fino a 16 cm, lungamente picciolate, con 5 lobi ovali a margini dentellati ed apice acuto; la faccia superiore è di colore verde scuro, quella inferiore è più chiara, verde glaucescente e tomentosa.
I fiori sono ermafroditi, o talvolta unisessuali, giallo-verdastri, con 5 petali e 8 stami riuniti in racemi terminali penduli, lunghi fino a 20 cm. Compaiono a maggio, dopo le foglie
Le disamare sono riunite a grappoli, hanno ali rosate, divaricate di 90-100 gradi ca; la maturazione avviene a settembre-ottobre.
E’ una specie mesofila, che predilige gli ambienti ombreggiati, con buona umidità atmosferica, e terreni freschi, sciolti e profondi; vegeta nelle forre, nelle faggete, nei boschi misti insieme a Roveri, Cerri, Carpini, Castagni, Olmi e Frassini; nelle zone più alte si consorzia anche con Faggi, Abeti bianchi e rossi. E’ diffuso sui monti dell’Europa centro-meridionale ed in Italia si rinviene lungo tutto l’arco alpino e su buona parte dell’Appennino, in una fascia altitudinale compresa fra i 500 ed i 1500 m ca.
Il nome specifico deriva dalle parole greche “pseudos” e “platanos”, = “falso Platano”, con riferimento al modo in cui si desquama la corteccia in età.
Il legno è molto pregiato, piuttosto pesante, a grana fine, un po’ poroso, di color bianco avorio o bianco-rosato, lucente, a lucentezza serica, marezzato, facile da lavorare. E’ usato in ebanisteria, per la fabbricazione di mobili, strumenti musicali, ed anche come combustibile.
L’Acero di monte è un’ottima pianta mellifera. Con la sua linfa, estratta incidendo la corteccia, si ottiene per fermentazione una bevanda alcolica; la linfa inoltre è ricca di vitamina C ed un tempo veniva impiegata per curare lo scorbuto.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.